Questa sulla gonartrosi è una pagina nella quale non potrò fare a meno di usare dei termini medici. Tranquillo, cercherò di semplificare il più possibile ogni concetto, cercando di renderlo comprensibile anche ai non addetti ai lavori. È importante che tu legga a fondo questa pagina, per avere una panoramica sintetica ma completa sull’artrosi al ginocchio, patologia che in molti casi costringe il paziente a impiantare una protesi.
L’artrosi è una malattia molto diffusa che colpisce vari tipi di articolazioni del corpo umano. L’artrosi del ginocchio (detta, appunto, gonartrosi) è forse la più comune. La gonartrosi è spesso all’origine di forti dolori e di un’importante limitazione funzionale del ginocchio, a volte ben prima che si manifestino dei segni radiologici. Il principale meccanismo che porta all’artrosi è la degradazione della cartilagine, con conseguente iperattività dell'osso sub condrale (l’osso situato subito al di sotto della cartilagine) e produzione di osteofiti.
Che succede in un ginocchio colpito da artrosi? Ci sono dei fenomeni meccanici e biologici che possono alterare il delicato equilibrio tra la sintesi e la degradazione della cartilagine e dell'osso sub condrale in un ginocchio normale. Quando l’equilibrio viene alterato a favore della degradazione, si avrà il progressivo consumo della cartilagine.
A volte in questo processo è coinvolta anche la membrana sinoviale, la quale si attiva producendo mediatori che stimolano i condrociti e modificano direttamente la matrice extracellulare. Anche l'osso sub condrale può partecipare alla degradazione tramite la secrezione di enzimi proteolitici.
Quando insorge l’artrosi si prova dolore, ma la cartilagine non ha recettori del dolore. L'origine del dolore nella gonartrosi sembra provenire dai recettori che si trovano a livello dell’osso sub condrale (la porzione ossea al di sotto della cartilagine, che viene sollecitata direttamente mancando la cartilagine stessa). Detto in altre parole, quando inizi a sentire dolore all’anca o al ginocchio l’artrosi è già arrivata a un livello avanzato.
Tra le cause del dolore al ginocchio colpito da artrosi, poi, ci sono anche l’infiammazione della membrana sinoviale, le lesioni meniscali e i danni periostali
Se anche tu soffri di artrosi al ginocchio, sappi che purtroppo non sei l’unica persona ad avere questa patologia. L’incidenza della gonartrosi nella popolazione aumenta con l’aumentare dell’età, con un picco tra i 70 e i 79 anni. Prima di capire come l’artrosi può attaccare il tuo ginocchio, vediamo come è fatta questa importante articolazione del corpo umano.
Il ginocchio è composto da tre compartimenti
L’artrosi può colpire inizialmente solo uno dei tre compartimenti; se non curata, tuttavia, può estendersi alle restanti zone del ginocchio. L’incidenza dell’artrosi sui tre compartimenti è variabile:
Questo tipo di patologia, infine, risulta essere bilaterale nei due terzi dei casi di gonartrosi.
Lo sviluppo della gonartrosi è favorita sia da fattori meccanici locali che da fattori sistemici.
Fattori sistemici
La prevalenza e l'incidenza dell’artrosi aumenta con l'età ed è maggiore tra le donne che hanno superato i 50 anni. Diversi studi hanno dimostrato l'influenza dei fattori genetici nell'insorgenza della gonartrosi. Anche la terapia sostitutiva con estrogeni è coinvolta nel ridurre il rischio di artrosi del ginocchio. Il ruolo del fumo nella predisposizione dell’artrosi, invece, rimane al momento poco chiaro.
Fattori biomeccanici locali
Le lesioni articolari, in particolare quelle dei legamenti crociati, le rotture meniscali, il lavorare in posizione accovacciata e le professioni che comportano grossi carichi sulle ginocchia spesso provocano gonartrosi.
Le attività sportive aumentano il rischio di lesioni articolari a causa delle continue sollecitazioni e dell’uso ripetitivo dell’articolazione. Gli sport più incriminanti sono quelli di squadra e da combattimento.
Anche l’obesità è uno dei fattori più importanti per la comparsa e la progressione radiologica della gonartrosi. Questo è stato dimostrato da un recente studio in cui l'indice di massa corporea (BMI) è stato direttamente e fortemente associato all’artrosi del ginocchio. L'obesità agisce sia attraverso i grossi carichi che gravano sul ginocchio, ma anche tramite le anomalie metaboliche. Diverse sostanze sintetizzate dagli adipociti (leptina, adiponectina) sono, infatti, implicate nello sviluppo delle lesioni cartilaginee.
Le alterazioni dell’asse della gamba (ginocchio varo, ginocchio valgo, ginocchio flesso, recurvatum) possono favorire l'insorgenza della gonartrosi dovuta al sovraccarico di un comparto del ginocchio rispetto ad altri. Nel ginocchio varo, ad esempio, il sovraccarico si trova nel comparto mediale. Nel ginocchio valgo, invece, il sovraccarico è nel comparto laterale.
Le cause che scatenano la gonartrosi sono principalmente di due tipi:
La gonartrosi da condromalacia rotulea
Si
verifica nei giovani adulti ed è caratterizzata clinicamente da una
sindrome dolorosa femoro-rotulea. Dal punto di vista anatomico ci sono
delle crepe localizzate sulla cartilagine, ed edema osseo. Spesso si
associa a un malallineamento rotuleo.
L’osteocondrite dissecante
Si verifica quando c’è
una necrosi ossea sub condrale (morte cellulare), probabilmente di
origine ischemica (come l’osteonecrosi). Colpisce in particolare
l'adolescente e, senza trattamento, la zona interessata dalla necrosi
ossea si stacca, rilasciando un grande frammento osteocondrale nella
cavità articolare che si comporta come un corpo estraneo
intra-articolare.
L’osteonecrosi asettica primitiva del ginocchio
Di solito è colpito il condilo quindi si parla per lo più di necrosi del
condilo femorale (NCF). In quasi tutti i casi il condilo interessato è
quello mediale. La necrosi del piatto tibiale interno ed esterno,
invece, è estremamente rara. L’osteonecrosi di solito si manifesta con
un dolore meccanico al ginocchio, e con frequenti risvegli all'inizio
dell'evoluzione. Il dolore è avvertito accanto al condilo femorale
interno e peggiora in poco tempo. Le radiografie mostrano nelle fasi
avanzate un appiattimento del condilo, legato a un collasso strutturale
della zona necrotica.
Altre forme secondarie
Come quelle conseguenti a
fratture articolari (della rotula, della tibia o del condilo), a
distorsioni gravi (soprattutto con lesione del legamento crociato
anteriore non trattata) o a lesioni del menisco di tipo traumatico. Tra
le forme secondarie abbiamo ancora:
La gonartrosi, come avrai già capito, non è tutta uguale poiché può colpire i vari compartimenti che formano il ginocchio. Ecco alcune forme di artrosi al ginocchio:
È la forma decisamente più frequente: anche quando l’artrosi si estende agli altri compartimenti, o a tutto il ginocchio, il comparto interno è quello in cui spesso inizia la patologia. Tipico è in questo caso il ginocchio varo. Essendo la forma di gonartrosi più frequente, di seguito elenco i tipi di esami necessari (e anche quelli inutili!) per scoprirla.
Valutazione in clinica
Segni funzionali
Il dolore è il sintomo
principale, ma la sua intensità spesso non è correlata con la gravità
radiologica dell’artrosi. Il dolore è avvertito al comparto interno ma
spesso può irradiarsi a tutto il ginocchio. La sua intensità è misurata
su una scala analogica visiva (VAS). Il dolore può irradiarsi alla
superficie anteriore della gamba. Il paziente può segnalare episodi
acuti in cui la sintomatologia diventa più importante, e a questa può
associarsi lassità legamentosa o versamento articolare.
Esame in piedi
L’ispezione ricerca eventuali
deviazioni assiali degli arti inferiori e deformità irriducibili come la
flessione o il profilo genu recurvato. Inoltre, può essere presente
posteriormente una cisti poplitea (cisti di Baker). Un semplice test
della deambulazione può portare a un incremento del disturbo statico o
zoppia. In genere, nella gonartrosi mediale il ginocchio è varo.
Esame da supini
Se c’è versamento, questo è
apprezzabile con il ballottamento rotuleo. I movimenti di estensione e/o
flessione sono dolorosi e/o limitati nella maggior parte dei casi, con
dolore diffuso sull’interlinea mediale. L’esame clinico valuta anche
l’eventuale atrofia del quadricipite (si farà la misura comparativa con
il quadricipite controlaterale), la stabilità antero-posteriore, la
presenza di lassità legamentosa, e include anche i test per la
valutazione meniscale interna ed esterna.
Esami radiologici
La radiografia
È l’esame principe per la diagnosi
della gonartrosi. Di solito le proiezioni radiografiche principali sono:
Può essere utile anche una radiografia totale degli arti inferiori in piedi per misurare la deviazione assiale dell’arto, in varo o in valgo. I segni cardinali radiologici della gonartrosi sono:
È importante, in una radiografia, monitorare la misurazione dell'altezza dello spazio articolare. L’altezza interna normale è di 49 mm negli uomini e 45 mm nelle donne, mentre esternamente è di 58 mm negli uomini e 48 mm nelle donne. Altre tecniche di imaging sono solitamente inutili, o al limite utili solo per escludere altre patologie.
L’ecografia
Può essere utile per la diagnosi di
una cisti poplitea, ma posso tranquillamente affermare che è un esame
inutile se si sospetta una gonartrosi.
La risonanza magnetica nucleare(RMN)
Al contrario
di quanto si possa pensare, NON è un esame fondamentale nella diagnosi
della gonartrosi. A mio giudizio può essere utile in casi particolari,
come ad esempio quando si sospetta una osteonecrosi (zona di morte
cellulare). E risulta utile nella diagnosi delle parti molli (es.
rottura del menisco, lesione legamentosa), oppure nella ricerca di
fratture occulte. Inoltre, può rilevare lesioni cartilaginee profonde ed
è utile nella valutazione qualitativa e volumetrica della cartilagine.
Ma ripeto, per la diagnosi della gonartrosi è un esame totalmente
inutile!
Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
Esame che
ha indicazioni diverse, e sostanzialmente risulta inutile se si sospetta
un’artrosi del ginocchio.
Artro TC (TAC con iniezione articolare di mezzo di contrasto)
È una tecnica invasiva che può a volte mostrare invisibili lesioni
localizzate sulla superficie articolare soprattutto al compartimento
femoro-rotuleo. A causa della sua invasività, però, non è
sostanzialmente mai utilizzata.
Esami biologici
Attualmente non ci sono biomarker o valori ematici in grado di indicare una gonartrosi, quindi la biologia non è di interesse diagnostico. Di solito i valori ematici dell’infiammazione (come VES e PCR) possono risultare alterati, ma senza nessun significato specifico per il ginocchio.
La gonartrosi femoro tibiale laterale si differenzia dalla forma mediale di cui ho appena parlato per essere decisamente più rara. In genere si manifesta con un ginocchio valgo e si associa più frequentemente a un’artrosi di tipo femoro-rotulea. Il dolore è localizzato nella porzione antero-laterale del ginocchio, ma può irradiarsi anche a tutto il ginocchio nelle fasi infiammatorie acute.
È una forma frequente di gonartrosi, ma con un piccolo particolare: molto spesso non dà nessun dolore! Spesso, quindi, rimane silente e il paziente non avverte alcun fastidio. Le componenti interessate dal problema sono la rotula e la troclea, cioè quella porzione di femore su cui scorre la rotula durante il movimento.
Quando si manifesta provoca dolore anteriormente, ma spesso può coinvolgere anche i comparti laterale e mediale. Il dolore si manifesta soprattutto quando si fanno movimenti in flessione ed estensione del ginocchio. All'esame, il dolore è risvegliato dall'estensione totale della gamba con applicazione di una pressione sulla rotula, oppure sul ginocchio flesso. Infine, il paziente prova dolore alla palpazione delle sfaccettature della rotula.
Ti ringrazio per aver avuto la pazienza di leggere la prima parte di questa pagina dedicata alla gonartrosi. Ora, invece, parlerò di come curarla attraverso i vari trattamenti a disposizione dell’ortopedico. Infine, ti spiegherò nel dettaglio il mio approccio mini invasivo per la protesi del ginocchio.
Diciamo subito che la gestione ottimale della gonartrosi è basata su una combinazione di trattamenti farmacologici e non farmacologici. Il trattamento dell'artrosi del ginocchio dovrebbe essere personalizzata per:
Il trattamento non farmacologico dell'artrosi del ginocchio dovrebbe includere:
In molti casi i farmaci possono limitare i danni della gonartrosi e ridurre il fastidioso dolore al ginocchio. Ecco i principali trattamenti farmacologici a disposizione dell’ortopedico:
Se le cure appena elencate non sortiscono l’effetto desiderato, è il caso di prendere in considerazione l’operazione chirurgica. Quando parlo di chirurgia, mi riferisco a un intervento di sostituzione protesica, grazie al quale la parte danneggiata sarà sostituita da una protesi in metallo che lavorerà al posto della cartilagine usurata.
Se la protesi ricopre uno solo dei comparti del ginocchio, allora parleremo di protesi monocompartimentale. Se, invece, riveste due comparti del ginocchio significa che si sono utilizzate due protesi monocompartimentali.
Quando invece dobbiamo rivestire tutto il ginocchio, parleremo di protesi totale di ginocchio. In base alle condizioni cliniche del ginocchio e dell’integrità legamentosa, la protesi totale del ginocchio può essere impiantata conservando entrambi i legamenti crociati (anteriore e posteriore), oppure il solo legamento crociato posteriore. Nei casi più complicati, invece, non sarà salvato nessuno dei due legamenti.
Ora che ne sai di più sulla gonartrosi, visita le altre pagine del mio sito. In particolare, scopri perché scegliere me per sottoporti a un intervento di protesi al ginocchio, o contattami direttamente!
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