Artrosi dell'anca (coxartrosi)

Dott. Michele Massaro

Medico specialista in Ortopedia e Traumatologia

Direttore dell'unità di Ortopedia Protesica Robotica Avanzata Mininvasiva presso:

- Istituto Ortopedico Galeazzi (Milano)
- Policlinico San Pietro (Bergamo)

Artrosi dell'anca: coxartrosi

Se stai cercando informazioni sulla coxartrosi, cioè sull’artrosi dell’anca, questa è la pagina che fa per te. Nei paragrafi che seguono, infatti, ti spiegherò cos’è la coxartrosi, chi colpisce e quali sono i fattori di rischio. Nell’ultima parte, infine, ti dirò quali sono i trattamenti più indicati e gli interventi chirurgici consigliati per risolvere in maniera definitiva il problema dell’artrosi all’anca. Per fare ciò, tuttavia, dovrò usare alcuni termini medici, pur cercando di rendere comprensibile ogni concetto anche a chi non è un medico.

Commenti di pazienti del Dott. Michele Massaro

Come è fatta l’articolazione dell’anca

Per capire cosa avviene all’interno dell’anca quando si soffre di coxartrosi, dobbiamo conoscere bene come è fatta e qual è il suo funzionamento. L'anca è la più grande articolazione del corpo umano ed è composta da due parti: una cavità e una sfera. La cavità è formata dall'acetabolo, che fa parte del bacino. La sfera, invece, è l'estremità superiore del femore (osso della coscia).

Le superfici ossee della cavità e della sfera sono ricoperte da cartilagine articolare, un tessuto liscio che consente loro di muoversi agevolmente. Un tessuto sottile chiamato membrana sinoviale, poi, circonda l'articolazione dell'anca. In un'anca sana, questa membrana produce una piccola quantità di liquido che lubrifica la cartilagine ed elimina quasi tutto l'attrito durante il movimento.

Anatomia di un'anca sana
Anatomia di un'anca sana

Cosa avviene quando c’è l’artrosi all’anca

Quando c’è l’artrosi all’anca, all’interno di questa articolazione si registra un’usura della cartilagine che riveste la cavità acetabolare e la testa del femore. Questo assottigliamento espone il tessuto osseo sottostante e causa osteofiti. Nei casi più gravi, inoltre, si possono verificare anche delle accentuate deformità.

L'evoluzione della coxartrosi porta a un aumento della disabilità, con l’irrigidimento doloroso e progressivo dell’articolazione e l'atrofia della coscia. L’artrosi all’anca, infine, causa un accorciamento dell'arto inferiore che assumerà progressivamente un atteggiamento vizioso.

Artrosi all'anca

Chi e come colpisce la coxartrosi

Comparsa coxartrosi

La comparsa della coxartrosi aumenta all’avanzare dell'età, con una leggera prevalenza nel sesso femminile dopo i 50 anni. L'incidenza standardizzata per età e sesso è stimata tra i 473 e 488 casi ogni 100mila persone per anno, fino a raggiungere i 495 casi ogni 100mila donne di età compresa tra i 70 e i 79 anni. L’artrosi ha un notevole impatto socio-economico, tanto più che la sua incidenza è in crescita a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell’aumento dei fattori di rischio, tra cui l'obesità.

I fattori di rischio della coxartrosi

La coxartrosi si sviluppa più frequentemente nelle persone obese, o in seguito a lesioni da sforzi ripetuti (artrosi da usura degli sportivi) che portano a un aumento dei carichi. Allo stesso modo un difetto di architettura può generare una pressione non equamente distribuita sulla cartilagine, e causare l’artrosi precoce dell’anca.

La coxartrosi è anche la conseguenza di diverse lesioni anatomiche che possono interessare tutti i tessuti articolari. Queste incrinature si estendono dalla superficie alla profondità della cartilagine e sovraccaricano l'osso sub condrale. La cartilagine lesionata, così, si ammorbidisce con una progressione dei condrociti verso la necrosi (cioè la morte cellulare). L’osso sub condrale è la sede di geodi, con zone di ipercondensazione ossea e rimodellamento. La membrana sinoviale, andando incontro a episodi infiammatori ripetuti, diventerà ipertrofica e ipervascolarizzata con la proliferazione delle cellule sinoviali. I condrociti giocano un ruolo notevole in questo processo: aumentano la sintesi di proteoglicani e collagene, ma anche gli enzimi di degradazione che finiscono per sopraffare le altre molecole.

Cause scatenanti dell’artrosi all’anca

L’artrosi dell’anca è la causa più comune di dolore e disabilità funzionale nei pazienti oltre i 55 anni di età. Ci sono due tipi di artrosi dell’anca: la coxartrosi primaria e la coxartrosi secondaria.

Coxartrosi primaria

Coxartrosi primaria: radiografia
A sinistra radiografia che mostra una coxartrosi grave

Per coxartrosi primaria s’intende quel tipo di artrosi dell’anca che non ha una causa rilevabile. Di solito si verifica dopo i 60 anni d’età, rappresenta il 40% dei casi di artrosi ed è il risultato di una predisposizione genetica. Si sviluppa solo da un lato e corrisponde a una debolezza costituzionale, probabilmente della cartilagine. Tale percentuale, tuttavia, tende a diminuire con la scoperta di cause precedentemente sconosciute (ad esempio i conflitti femoro-acetabolari, FAI).

Coxartrosi secondaria

La coxartrosi secondaria si manifesta spesso prima dei 45 anni d’età. Si associa ad anomalie morfologiche dell'anca, che provocano un’usura più rapida della cartilagine. Rappresenta il 60% di tutti i casi di artrosi dell’anca, è più grave e progredisce con maggiore rapidità rispetto alla coxartrosi primaria.

L’alta frequenza di forme secondarie di coxartrosi rende ancor più necessaria la diagnosi precoce dei difetti morfologici dell’anca, così da permettere anche degli interventi che, se effettuati preventivamente, tarderanno di molto l’evoluzione dell’artrosi.

I difetti morfologici possono essere divisi in:

Le varie forme di artrosi dell’anca

Come abbiamo visto, la coxartrosi può dipendere da un’anomalia dell’articolazione presente già in giovane età. In particolare, avremo le seguenti forme:

1. Displasia supero-laterale

La coxartrosi spesso è una conseguenza della displasia (alterazione della normale anatomia) supero-esterna dell'anca, oppure a volte di una lussazione a carico dell’articolazione, dovuta a:

Queste due anomalie morfologiche sono spesso associate. Nel corso di una radiografia, la testa apparirà appiattita nella posizione superiore esterna e tenderà a “fuoriuscire” dall’articolazione.

La displasia dell'anca rappresenta il 40% dei casi di coxartrosi ed è spesso bilaterale e asimmetrica.

Displasia bilaterale delle anche
Displasia bilaterale delle anche

2. Displasia acetabolare interna

Responsabile nel 5% dei casi complessivi di coxartrosi, colpisce maggiormente le donne e molto spesso è bilaterale. L'esordio è in genere più tardivo, con un'evoluzione più lenta rispetto a una coxartrosi secondaria a displasia supero-laterale. La diagnosi può essere evidente se la sporgenza è di grandi dimensioni (coxa profunda). Ma a volte è necessario analizzare per lo più il collo femorale: questo apparirà varo (coxa vara), molto coperto e “affondato” nell'acetabolo.

3. Coxa plana

Corrisponde alle sequele di osteocondrite dell’infanzia o malattia di Perthes. Questa malattia è comune nei ragazzi tra i 5 e i 10 anni d’età. Talvolta risulta bilaterale e corrisponde alla frammentazione del nucleo cefalico della testa del femore.

4. Coxa retorsa

Questa forma di coxartrosi è una conseguenza dell’epifisiolisi bilaterale, patologia che colpisce gli adolescenti tra i 10 e i 16 anni d’età, spesso obesi. Lo scorrimento della testa femorale verso il basso e indietro può essere evidente alla radiografia, oppure soltanto minimo. Una caratteristica nell’evoluzione in artrosi del soggetto adulto è la presenza di osteofiti a livello superiore del collo femorale.

5. Coxartrosi secondaria dovuta ad altre patologie dell'anca

Tra le altre patologie a carico dell’anca che possono generare la coxartrosi spiccano:

6. Forme evolutive di artrosi dell’anca

L’artrosi rapidamente distruttiva dell'anca è dovuta a una riduzione della rima articolare superiore al 50%, o maggiore di 2 millimetri, nell’arco di un anno. Essa è caratterizzata da un esordio improvviso e intenso del dolore, con aggravamento durante la notte. Colpisce prevalentemente le donne di età compresa tra i 65 e i 75 anni, i pazienti obesi e coloro che svolgono lavori fisici molto faticosi.

Diagnosi della coxartrosi

L'esame radiografico e l'esame clinico permettono di mettere in relazione il dolore con l’artrosi dell'anca. Per una corretta diagnosi, il medico andrà alla ricerca di eventuali lussazioni congenite dell'anca in età infantile, malattie reumatiche, traumi sportivi e comorbidità familiari riguardanti l’osteoartrosi, l’obesità e il diabete.

I principali segni funzionali della coxartrosi sono:

Dolore

Coxartrosi: diagnosi

È il sintomo principale dell’artrosi dell’anca, e può essere talvolta di tipo infiammatorio, meccanico o misto. Il paziente in genere avverte dolore alla piega dell'inguine, a volte nella parte anteriore della coscia oppure a livello del grande trocantere o del gluteo. Talvolta, poi, può irradiarsi fino al ginocchio. È per questo motivo che il medico deve visitare anche l’anca, quando il paziente lamenta un dolore al ginocchio. Il dolore, infine, può irradiarsi alla faccia anteriore della coscia, oltre che a quella posteriore.

Disagio funzionale
Il dolore e la rigidità dell’anca riducono la capacità di camminare e la distanza percorsa. La flessione limitata è la causa di disagio principale mentre ci si siede, oppure quando bisogna mettersi le scarpe (detto segno della scarpa) e tagliare le unghie del piede.

La zoppia è comune, soprattutto nei casi di contrattura in flessione dell’anca. Spesso a questa si associa anche l’ipotrofia muscolare dei muscoli quadricipiti, un atteggiamento vizioso con deformità in flessione o un accorciamento della gamba interessata rispetto all’altra.

Esami radiologici

L'esame clinico è fondamentale per escludere altre cause che potrebbero essere responsabili di un dolore simile. Questo concetto è particolarmente importante nei pazienti anziani in cui coesistono diverse patologie (sono spesso associate, in particolare, a problematiche della colonna vertebrale).

La diagnosi si basa sulla radiografia che mostra la distruzione della cartilagine. Le radiografie mostrano la malattia e la sua evoluzione, la topografia dello spazio articolare e la sua portata. Gli esami radiografici, inoltre, aiutano a diagnosticare malformazioni anatomiche che favoriscono l'artrosi dell'anca (displasia e sublussazione, protrusione acetabolare, epifisiolisi, morbo di Paget e altro).

L'unica eccezione a questa regola è la necrosi della testa del femore, in cui la radiografia può essere normale all'inizio della malattia, prima di diventare francamente anormale nel giro di poche settimane o al massimo qualche mese.

Vediamo, quindi, quali sono i principali segni radiografici che caratterizzano l’artrosi dell’anca:

Radiografia che mostra artrosi dell'anca
Radiografia che mostra a destra una iniziale artrosi dell’anca,
a sinistra una grave artrosi esito di displasia

Risonanza magnetica

La risonanza magnetica (RMN) è un esame utile per la diagnosi differenziale dell’osteonecrosi della testa del femore.

L'ecografia articolare è utile quando si sospetti una possibile borsite al gran trocantere.

Osteonecrosi della testa del femore: risonanza magnetica
Immagine rmn che mostra zona cefalica superiore
di osteonecrosi della testa del femore

Il trattamento della coxartrosi

Se sei arrivato fin qui, vuol dire che hai avuto la pazienza di leggere tutto ciò che ho scritto sulla coxartrosi. Ma leggendo i paragrafi che seguono, finalmente, avrai la possibilità di conoscere le varie soluzioni per il tuo problema, compreso l’intervento chirurgico per impiantare una protesi dell’anca mini invasiva.

Trattamento non farmacologico

Il trattamento non farmacologico della coxartrosi consiste:

Trattamenti farmacologici
 

Chirurgia della coxartrosi

Al paziente consiglio l’intervento chirurgico di protesi mini invasiva dell’anca nei casi in cui l’artrosi peggiora, causando disabilità con significativa limitazione del movimento e della capacità di vita e di relazione, nonostante il trattamento medico doloroso. Spesso anche i soggetti giovani con coxartrosi incipiente e/o displasia hanno bisogno di un intervento di protesi dell’anca.

La protesi totale mini invasiva dell'anca ha trasformato la vita dei miei pazienti affetti da problematiche all’anca. In oltre il 95% dei casi i risultati sono stati ottimi, con la possibilità di condurre una vita quasi normale e di fare sport. Le complicazioni si verificano in meno del 2% dei casi, e le più frequenti sono la mobilizzazione settica o asettica, le fratture, le lussazioni e la formazione di calcificazioni periprotesiche.

Protesi dell'anca bilaterale
Immagine di protesi di anca mini invasiva bilaterale

Spero che in questa pagina tu abbia trovato le risposte ai dubbi più comuni sull’artrosi all’anca e i rimedi più efficaci. Ti consiglio di visitare anche le altre pagine del mio sito, o di contattarmi direttamente!

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